Biografia
Anna Maria Curci è nata nel 1960 a Roma, dove vive e insegna lingua e letteratura tedesca. Scrive sul blog Cronache di Mutter Courage, su Unterwegs/In cammino, su Lettere migranti ed è redattore di Poetarum Silva. Suoi testi sono apparsi in riviste (“Journal of Italian Translation”; “Traduttologia; “Chichibìo”; “Il 996”), nelle antologie La notte (Roma 2008), Oltre le nazioni (CFR, Rende 2011), Cuore di preda (CFR, Rende 2012), nei blog La dimora del tempo sospeso, Cartesensibili, Neobar, La poesia e lo spirito e sul sito Poeti del parco. Nel 2011 ha pubblicato la raccolta Inciampi e marcapiano; dal 2012 è nella redazione della rivista trimestrale Periferie, diretta da Vincenzo Luciani. Dal 2014 cura per il sito Ticonzero la rubrica aperiodica “Il cielo indiviso“. Del febbraio 2015 è Nuove nomenclature e altre poesie (casa editrice L’arcolaio, collana Fuori collana); Nei giorni per versi (Arcipelago itaca) è stato pubblicato nel mese di ottobre del 2019. Traduzioni in volume: alcune poesie per: Lutz Seiler, La domenica pensavo a Dio/ Sonntags dachte ich an Gott (Del Vecchio editore, 2012), così come per: Hilde Domin, Il coltello che ricorda (Del Vecchio editore, 2016); il romanzo Johanna di Felicitas Hoppe (Del Vecchio editore, 2014).
Letture
Poesie
Patres (tratto da «Nuove nomenclature e altre poesie», L’arcolaio, 2015)
Sono nipote di un eroe di guerra
miracolato a un filo, poi travolto
da un camion per improvvida manovra,
e di un coscritto fuggitivo, preso
e recluso nell’isola severa.
Non vidi mai l’eroe, l’altro mi crebbe.
Ruvidi e scarni i tempi (tratto da «Nuove nomenclature e altre poesie», L’arcolaio, 2015)
Ruvidi e scarni i tempi
tendi mani e le opponi
a nocche ostili e dure.
Sono curve le nuche.
Accecano le bende.
Non va più, non s’attende
che fragranza prorompa
da muto impasto e sale.
È il vento a sparigliare
quadri viventi e paglia
schiaffeggia sonno e resa.
Inatteso, solleva.
Quando tace il latrato
Di notte quando tace il latrato
gli scuri si avventurano a indagare sul buio
Non che sia vero ardire
tastare cauto piuttosto
parete dura o membrana sottile
il gradino nascosto sull’uscio
il patire promesso
di timpani e trafori
Quando tace il latrato cambia voce
Aspetto
nel disordine compatto
(inedito 2019)
***
Nell’angolo del verde che concerta
Nell’angolo del verde che concerta
ulivo cycas susino su trapunta
di pratoline e veroniche discrete
proseguono le prove silenziose
di un tripudio che tarda a venire
sinfonia di un incanto distante
ha due temi e più note in contrasto
senza termine e data è l’orrore
senza termine e data è l’amore
(inedito 2020)
***
Premuroso il nemico alle spalle
Premuroso il nemico alle spalle
drappeggia uno scialle infeltrito.
Una mano guantata
ha frugato i cassetti.
Ha raccolto le offerte all’insania.
Dormono i portinai
ch’è già un bel pezzo.
Gli stipiti abbandonano
vani di usci e soglie.
Suonano spifferi.
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