Lucia Cupertino

Biografia

LUCIA CUPERTINO (1986). Scrittrice, antropologa culturale e traduttrice. Laureata in Antropologia culturale ed etnologia (Università di Bologna), ha conseguito un Master in Antropologia delle Americhe (Università Complutense di Madrid). Vive da tempo tra l’America latina e l’Italia, attiva in progetti di ricerca, educativi e di agroecologia. Scrive in italiano e spagnolo e ha pubblicato: Mar di Tasman (2014); l’antologia bilingue Non ha tetto la mia casa – No tiene techo mi casa (2016). Suoi lavori poetici e di narrativa sono apparsi in riviste e antologie tra cui Nuovi Argomenti per l’Italia e Círculo de poesía per l’ambito latinoamericano. Parte della sua opera è stata tradotta in inglese, cinese, spagnolo, bengalese e albanese. È curatrice e traduttrice di 43 poeti per Ayotzinapa. Voci per il Messico e i suoi desaparecidos (2016), menzione critica nel Premio di traduzione letteraria Lilec, Università di Bologna; Canodromo di Bárbara Belloc (2018) e Paese di occhi e sogni di Andrés Morales (2019). Cofondatrice della rivista onlinewww.lamacchinasognante.com.

LETTURE

Poesie

CROCO

Rifluisci nelle vene, Storia:

il Sessantotto, Pedro Alvarado,

il volto di servi della gleba,

le indipendenze africane,

le guerre del Peloponneso.

Sentire sottopelle

di quest’ampia Storia

le tante voci bisbigliare

e prendere poi corpo,

scalpitare e premere

lungo polsi ed arterie,

far ingrossare la carotide

di zampillanti storie.

Ma come ridire tutto questo?

Come agire in ogni chiaro

giorno per cui io corro?

Come, miei cari amici,

mie care piante, pietre

ed entità invisibili

di tutto il cosmo,

io bene non so.

Eppure spuntano

crochi negli asili,

ad ogni isolato,

in scialbe palazzine,

su panchine ansanti

di porti brumosi.

Per ogni donna, ogni uomo

un croco nuovo tra i palmi

e se domani un altro ne nascesse,

più umano sarebbe il mondo

ai piedi di sè stesso.

LOS BORDES DEL MUNDO

Un pájaro carpintero picotea los bordes del mundo.

se vendrá abajo? Preguntas inquieto.
Borrados apenas por la niebla
que contagia este bosque,
te contesto segura: ¡claro que no!

Por dentro los ecos:
se vendrá abajo? Se vendrá abajo?
Todo parece tranquilo aunque

la valla del área restringida
para la caza empiece aquí
aunque los aviones vuelen bajos
hasta donde tú y yo
nos metimos en búsqueda
del árbol que rige el cosmos
con la intención de subirnos
hasta la constelación de tu padre.

No se viene abajo todavía,
el crujido de hojas secas
nos acompaña en el camino.

Mira: del hoyo salió una serpiente
y el embate de verdes y rojos
destapa el odre del mundo.
Allá vienen las almas dolidas
con sus nenias selladas por siglos.
Allá vienen a cobrarlo caro.

Un pájaro carpintero picotea los bordes del mundo
y un sonido de tambor se vierte.
Se viene abajo todo, corramos.
Pero no lo digo, sólo te abrazo.

I BORDI DEL MONDO

Un picchio becca i bordi del mondo,

crollerà? Mi chiedi irrequieto.

Cancellati appena dalla nebbia

che contagia questo bosco,

ti rispondo sicura: Ma no!

All’interno echi:

crollerà? Crollerà?

Sembra tutto tranquillo nonostante

la recinzione dell’area riservata

alla caccia cominci qui

nonostante gli aerei volino bassi

fin dove tu ed io

ci siamo spinti alla ricerca

dell’albero che regge il cosmo

con l’intenzione di salire

fino alla costellazione di tuo padre.

Non crolla ancora,

il fruscio delle foglie secche

ci accompagna lungo il sentiero.

Guarda: dal fosso è spuntato un serpente!

E l’impeto di verdi e rossi

scoperchia l’otre del mondo,

da lì arrivano le anime addolorate

con le loro nenie sigillate da secoli

da lì arrivano a farla pagare cara.

Un picchio becca i bordi del mondo

e un suono di tamburo si versa.

Crolla tutto, corriamo.

Ma non lo dico, solo ti abbraccio.

LA TERRA DEGLI AMANTI

Fuggivamo dal pantano

spogli di tutto

meno uno zaino

d’illusioni e utopia.

Il delirio ridisegnava la cartina:
a sud il mare degli affogati

a nord la cicatrice delle montagne

ad ovest l’occhio smorto dei fiumi

ad est le carovane dell’oblio.

Tra falsi punti d’appoggio

e passaggi sempre più impervi

avvolti nella foschia,

sempre sul punto d’affondare.

Si affacciò il sole,

non quello degli avi

né quello dei miti,

più quello che arde

calcina la memoria

moltiplica i miraggi

illumina le fosse

conficca chiodi.

Il cielo la nostra lanterna

e proseguivamo alla ricerca

di un cumulo di pietre

da alzare in forma di casa.

Mancava poco all’arrivo

nella terra degli amanti,

ma una forza nera ci respinse:

tardi, eravamo arrivati tardi

prima di noi era giunta la morte.

LIBERTÀ

Il giorno in cui dovetti scavare la mia tomba

il bosco era più calvo di foglie

il sole guardava dall’altra parte

così anche tu

che stavi a un passo, dietro di me

subito dopo sarebbe toccato a te

poi a chi avevi alle tue spalle.

Grondavo di sudore

mi sopraffaceva la fatica

tanto da sbiadire il finale

ma già un fucile

solleticava la mia nuca

ricordandomi che la vita

non appartiene all’infinito.

Il giorno in cui dovetti scavare la mia tomba

il picchio segnava l’ora

il vento portava verso valle

il sorriso sbieco

che tu, io e chi era alle tue spalle

avremmo consegnato presto

alle radici degli alberi.

RÍO CAUCA

Yo te vi desde lo alto de un puente

río Cauca que surcas esta tierra dorada,

pero fue en un sueño de pájaro que vi
los cuerpos hinchados a ras del agua
los chulos desenredar sus entrañas

las faldas rasgadas de tanto olvido.

Cuando la verdad hace nido en mi boca,
irrumpen balsas y todo un pueblo las habita.

Son los ojos de los sin justicia a asomarse,

tus propios ojos, río Cauca, todavía arden.

FIUME CAUCA

Io t’ho visto dall’alto di un ponte

fiume Cauca che solchi questa terra dorata,

ma in un sogno di uccello ho visto

i corpi gonfi a pelo d’acqua

gli avvoltoi sbrogliarne le viscere

le gonne logore di tanto oblio.

Quando la verità si annida sulla mia bocca,

irrompono zattere e un intero popolo le abita.

Sono gli occhi dei senza giustizia ad affacciarsi

i tuoi stessi occhi, fiume Cauca, ancora bruciano.

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