Annamaria Ferramosca

BIOGRAFIA

Annamaria Ferramosca: biologa e umanista, vive a Roma, dove ha lavorato come docente e ricercatrice. Ha all’attivo collaborazioni e contributi creativi e critici con varie riviste nazionali e internazionali di poesia. Ha pubblicato numerosi libri di poesia, tra cui: Luoghi sospesi, Puntoacapo Editrice 2023; Per segni accesi, Giuliano Ladolfi Editore 2021;Andare per salti, Arcipelago Itaca 2017; Ciclica, La Vita Felice 2014; Other Signs,Other Circles, collana Poeti Italiani Contemporanei Tradotti, Chelsea Editions, N.Y. 2009; Curve di livello, Marsilio 2006; Paso Doble, Empiria 2006. E’vincitrice dei Premi: Guido Gozzano, Renato Giorgi, Astrolabio, Voci Città di Roma, e finalista nei Premi: Camaiore, Pascoli, LericiPea, Lorenzo Montano, Europa in Versi, I Murazzi. Già Premio Speciale L.Montano “Una vita in poesia”, nel 2022 le viene assegnato il Premio alla Carriera “Paesaggio Interiore”. La sua poesia, ampiamente recensita, è antologizzata in: L’altro Novecento; Appunti critici; Poeti italiani verso il nuovo millennio; Blanc de ta nuque – Uno sguardo dalla rete sulla Poesia Italiana Contemporanea; Il fiore della Poesia Italiana – I Contemporanei, II, puntoacapo 2016; Sud I Poeti – Annamaria Ferramosca, Macabor 2022. Suoi testi sono stati tradotti oltre che in inglese, in romeno, spagnolo, greco, turco e arabo. Recente è il volume di percorso Volver a escribir la vida, tradotto daAntonio Nazzaro per Abisinia Editorial, Buenos Aires. Ampio materiale critico è disponibile nel sito personale ww.annamariaferramosca.it.

email: ferrannam@gmail.com

LETTURE

POESIE

da Per segni accesi, Giuliano Ladolfi Editore 2021
e Luoghi sospesi, Puntoacapo Editrice 2023

cantano i bambini ninnenanne
all’incontrario piccole storie senza finale
lanterne e trottole serene ad ogni giro
giochi ai quattro cantoni del mondo
mentre l’umano s’allontana muto
alle domande infantili che squillano
perché i fuochi incendiano i ponti crollano
le parole non parlano perché?

sulle ginocchia rimarginano
veloci le ferite dei giochi
e si fa festa abbracciando gli alberi
mettendo corone di foglie sulla fronte
e non smette di raccontare storie Sheerazade
per ore e ore
finché tutto non sia compreso
caduto il velo poi
ci si può addormentare

ma se il cavallo di Troia è un animale favoloso
– mi chiede la bambina –
se è magico e ha capito l’inganno
perché non lo svela ai troiani
perché se ne sta immobile sotto le mura
e non nitrisce forte
d’avere il ventre gonfio di malefici
perché non galoppa verso il mare e s’inabissa?

domanda che mi denuda mi catapulta
in un tempo bianco dove
il sogno semplicemente s’avvera
dove con le parole solo con le parole
la ricomposizione
dove accadono cose piccole e buone
briciole
che delicatamente la bimba dispone in terra
lungo la fila delle formiche

quando le previsioni raggiungono
la massa critica
il quadro intero deflagra
si può agire ormai
solo per mani stringendone infinite
sgomenti emergere dal fango
salvando i pochi semi superstiti

prima che faccia notte
prima che la bambina impari a sillabare
dobbiamo
ricomporre l’asse spezzato
liberare il volo aprire
nuove misure all’orizzonte

non siamo nel mondo ma in un presentimento
navighiamo l’ignoto mare di Odisseo
per moto impulsivo incontenibile
mentre il petto fibrilla di lampi
e ci esaltiamo lungo i meridiani
per ogni lingua viva come bella s’accende
quando si contamina

e si esulta
nel riconoscere la madre in ogni terra
e fratelli su ogni terra uguali
mentre torri schiantano e ponti
deserti avanzano s’inabissano rive

hai visto ieri quei fuochi d’artificio
ipnotici
sembravano nascere da
tagli improvvisi in una dark zone
un esplodere di segni
di colpo troncati da silenzio nessuna eco

come ogni volta che muto ti avvicini
senza guardarmi senza la luce dell’attesa
un chiudersi di stanze un cadere nel buio
sentirmi parte di macerie

eppure, è così che prende forma la terra
emerge –fuoco d’artificio–
da tutta la cieca materia dei detriti
muri crollati tendini recisi e
dalle foreste perdute tronchi ossa piume
tutto farà humus
per il grano che germoglia per il pane
incontro dei corpi ancora
mitosi cicli lunari nascite

la terra sa come sorprendere
–fiduciosa tira fuori dal fango
un suo pezzo da mille– nuovo
dal mitico nome sapiens
gene-prodigio già
fuori dalla barra fuori dal menu
e non sappiamo quando e perché
qualcuno
di nuovo premerà cancella

zoom su tutte le città ferite a morte
nella polvere scompaiono le scene come fossero
bagliori di una notte mai trascorsa
se mi abbracci anche una sola volta
la guerra scompare

abbracciati fuggiamo dagli scannatoi
da chi sogna di farsi cadavere tra cadaveri
abbracciati fuggiamo dall’empietà
di riportare i corpi nel buio della prenascita

siamo confusi abitanti del caos
boia e animali sacrificali
mentre il fiotto soffoca il respiro
dei boschi dei nidi
di ciò che resta delle case
dove avevamo in mente di ritornare

come spiegheremo ai figli l’allarme ininterrotto
se non sotto una maschera di vergogna?
chi ritirerà la posta dalle cassette
mentre le arance rotolano dal cesto?

*

Mediterraneo assalto
di un ‘alba nitida capace
di spingere i monti d’Albania
fin qui sotto il balcone
posso toccarli quasi
fianchi verdi e radici
intrecciate alle mie

da costa a costa
scintillano di senso le correnti
lu rusciu de lu mare
canta in mediterraneo

potevo essere nata su quei monti
e mia madre avermi lavata nel canale d’Otranto
nutrita con zuppa d’alghe e filastrocche di Lushnje
potevo trovarmi in quella barca
così traboccante di speranza
che i fianchi non reggevano al rimorso

mi trovo in quella barca sono
albanese pure
messapicagrecaegizialibica
il mio sangue è incontro d’onde
paziente e antico
(continua a mescolare
questo inascoltato mare)

*

forse è nel sentire il senso?
sentire benevolenza salire dalla terra
sentire come largo l’amore scorre
come plasma corpomenteparola
come emoziona perfino l’acqua e l’aria
come muove la pietra

sentire prossimità in ogni creatura
sentire il suo sfolgorio il suo declino
sentire tutta la mite materia terrestre
ogni volta rinascere mite

e tu sentirti il nativo
appena uscito dalla foresta
ne conservi il profumo
nell’attesa dell’oltre noi insieme
serrati gli occhi a fermare
all’orizzonte
tutto quell’oro che lampeggia

2 comentarios sobre “Annamaria Ferramosca

  1. Grazie ad Anna Lombardo . Fabia Ghenzovich e Giovanni Asmundo per questa diffusione «en el mundo» della mia scrittura. Auguro buoni incontri poetici sempre a chi qui ascolta e legge!

    Annamaria Ferramosca

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