Domenico Brancale

BIOGRAFIA

Domenico Brancale, nato nel 1976 a Sant’Arcangelo, Basilicata, vive e lavora tra Bologna e Venezia. Ha pubblicato: L’ossario del sole (Passigli, 2007), Controre (effigie, 2013), incerti umani (Passigli, 2013), Per diverse ragioni (Passigli, 2017) e Scannaciucce (Mesogea, 2019) che raccoglie tutti i suoi testi in dialetto lucano. Ha curato il libro Cristina Campo In immagini e parole e tradotto Cioran, J. Giorno, C. Royet-Journoud, Giacinto Scelsi, Artaud. È uno dei curatori della collana di poesia straniera “Le Meteore” per Ibis e “Prova d’Artista” per la Galerie Bordas.

LETTURE

POESIE

da Per diverse ragioni (Passigli, 2017)

quanti di noi sanno di essere orfani
quanti fino alla fine nascosti dietro il vuoto
vivono malgrado tutto
come se dovessero riconciliarsi col tempo passato
ciò che circonda tutto
l’orizzonte

quanti cercano un’aiuola
la misura dell’appartenenza
la mano invisibile del vento che depone il seme
una domanda senza risposta

in che parola si sono incontrati

quale solitudine li separa

*

non è più quell’angoscia che costringe il corpo
a restare per mesi nella penombra

non è sopportazione, è di più

è la brezza
che fa risuonare i capelli nelle colonie estive
chi si vergogna di esistere

sole e fuoco preparano la cenere

e chiedi soltanto tempo alla storia
come per un’altra stagione
i girasoli
su sfondo vivo

*

tutto è aperto, tutto lascia trapelare l’avvenimento

dai polsi si levano steli di sangue
il mio occhio raggiunge il tuo occhio
nella pupilla si staglia il segreto
dalla croce discende il destino
le ore fanno i conti col buio

levarsi dal proprio corpo

è tempo che il silenzio riaffiori

*

Non l’avrei mai colto il fiore
per amore di non strappare
la voce
a un Cristo
che ha scambiato
lo stelo per una croce

qui dove il lamento dei lamenti
si fa canto
a scheggiare l’aria del firmamento
non c’è brandello di ombra

Cerco un nome che non mi chiama

*

Un giorno rimoriremo, uno contro l’altro
rinchiusi nella perfezione dell’istante.
Risarciremo il tempo della nostra presenza.
Sarà come per chi ritorna nel luogo dove non è stato.
Saremo forse più vivi che umani.

*

da Controre (Effigie, 2013)

sono stanco della libertà
di questa illusione che fermenta
da anni nel mio sangue.

voglio la gabbia dell’altro
guardare da dietro le sue costole
lasciare la mia fortezza
entrare dentro la luce
uscire nel buio.

questo il cammino di una piuma

Deja una respuesta

Introduce tus datos o haz clic en un icono para iniciar sesión:

Logo de WordPress.com

Estás comentando usando tu cuenta de WordPress.com. Salir /  Cambiar )

Imagen de Twitter

Estás comentando usando tu cuenta de Twitter. Salir /  Cambiar )

Foto de Facebook

Estás comentando usando tu cuenta de Facebook. Salir /  Cambiar )

Conectando a %s