Alessandro Cabianca

BIOGRAFIA

Alessandro Cabianca Nato a Cornedo vicentino, risiede a Padova dove organizza corsi, incontri di poesia ed eventi letterari. Ha pubblicato sette raccolte di poesie, un romanzo, vari lavori per il teatro, tre tragedie, drammi, fiabe, saggi sul rapporto tra Musica e Poesia, sulla narrativa e sulla poesia contemporanee e, ultima, una Antologia della poesia veneta dal 1500 al 1800. Ha fondato il Gruppo90-ArtePoesia e il P.I.P. (Pronto Intervento Poetico), l’Associazione culturale Padova sorprende e la rivista omonima (online e cartaceo) sui tesori artistici e culturali di Padova e della provincia. Cura la Collana di Poesia L’oro dei suoni, Proget Edizioni.

Siti: http://www.mitopoiesis.com; http://www.padovasorprende.it.

Blog: acabianca.blogspot.itper il Multipoema Echi-Poema in progress (online)

LETTURE

POESIE

SCALE
La terra e quante scarpe di quanta gente
a scendere e salire
e soffermarsi a ridere o a richiedere
e nell’ascolto tornare consolata o mesta
ad altre scale e ad incontrare visi e gesti,
come se il mondo fosse in questo solo punto,
come se il tempo fosse qui, fermo,
e solo noi fossimo presi nel nostro andare
mentre la vita scorre via
e chiede un ritorno o una riflessione:

quale racconto ancora
da qui potrà partire o ritornare?

PASSI

I passi curvi dei vecchi, lenti a salire,
i salti a scapicollo, giù, dei ragazzini,
a tre per tre, da lasciarci il collo,

il cicaleccio che fanno le comari,
ferme sui pianerottoli, la sera,
nell’ora che il buio invita alla preghiera,

la famigliola che ascolta il passo lento
del padre, stanco per la quotidiana fatica,

l’ultimo scendere di chi vi ha lasciato una vita
o il primo salire del bimbo in braccio alla madre,

i baci che furtivi si danno gl’innamorati
negli androni in penombra,

la stretta di mano tra amici,
il saluto prima di andare.

Quanta vita trascorre su consunti scalini
o su marmi levigati di fresco, quanti visi
fissati per un attimo e svaniti!

MASCHERA

Ogni tanto si dimentica
che il teatro è la vita
e si corre all’infinito senza maschera
né la consolazione dell’applauso finale.

Lì puoi urlare, tacere, anche dormire
o confondere la parte:
nessuno crederà allo scherzo,
ognuno pretenderà la fine della scena.

Allora non puoi distrarti, né fuggire.

PRESENZA

Voce spezzettata, balbettio dolce, felice,
voce come eco,
eco che dice e non dice
[ma replica un rumore,
una felicità, un dolore
di roccia in roccia,
di colle in colle,
di stelo in stelo],

presenza di chi ancora vive,
velo d’altri che prima erano voce
ed ora sono traccia,
memoria di chi è rimasto
o di chi inconsapevole li sostituisce,

trasalimento dei primi suoni,
stupore, vezzeggiamento, candori,
vagito, sussurro o grido,
nido che immarcescibile cova
il pulcino e la rosa.

A fil di fumo o a fil di voce,
di gioia in gioia, di croce in croce,
finalmente vicina al tutto del suo manifestarsi,
per toni, colori e suoni
e nell’ignoto disperdersi

l’infinito degli esseri,
il mondo finito.

ANIMA

Anima non guardare troppo indietro
se talvolta hai perduto la ragione
per le strade vagando come pazza
a invocare o pregare o maledire
per un amore trovato e poi svanito.

Anima non guardarti sempre intorno
se pensi che un angelo ti sia a lato
e troppo moderi le tue passioni.

Anima non fidarti dei tuoi sogni,
che sono menzogneri e seducenti,
come ben sai da quando li hai seguiti
fino all’orlo d’abissi senza luce.

Anima se cammini e non inciampi
ritrovi forse l’armonia che basta
a percorrere il tempo senza noia.

Anima fatti onore o sei perduta
e mostrami che esisti, batti un colpo.

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