Andrew Marini (Brescia, 1991), educatore, affianca all’impegno nel sociale l’attività di grafico e video montatore e promuove laboratori sull’uso consapevole delle nuove tecnologie. Tra i numerosi eventi da lui promossi, è stato direttore artistico della rassegna cinematografica “Invisibili” presso Cinema Nuovo Eden (in collaborazione con CAG Carmen Street e Movimento dal Sottosuolo) e nel comitato organizzativo del festival “La strada per Endor”, patrocinato da più di 30 comuni e mirato allo studio del fenomeno della caccia alle streghe attraverso i secoli.
Nel 2019 pubblica “Il visitatore” (Gilgamesh Edizioni), opera contenente il poemetto omonimo da cui è tratta una messinscena teatrale con Sofia Beretta, Patrizia Maroli ed Elena Zanardini.
Sempre nel 2019 prende parte all’antologia collettiva “La nostra classe sepolta” (Pietre Vive Editore), curata da Valeria Raimondi.
Letture
Poesie
Fantasia
Se mi domandi stavolta che sia
a muovermi all’urgenza verticale
di ricomporre in alto un’illusione –
chimera appena apparsa nubilosa
nel mutamento d’un nugolo rosa
dalla criniera volta all’espansione,
oltre i vasi fermi sul davanzale
(pura idea d’improvvisa fantasia) -,
ti rispondo che forse questa mia
fugace cupidigia d’evasione,
vertiginosa brama di saltare,
è esattamente quanto sempre pare:
segreta voglia di rivoluzione,
vorace desiderio d’anarchia.
Rituale
Che mondo è questo qua pagato a morsi:
morirsi addosso ha un costo, non credete,
e il costo del rimorso ha una sua sete,
non basta in suo soccorso berne a sorsi.
Che posto è questo qua che benedice,
con tanto di preghiere e salvazioni
private, il prezzo delle espugnazioni
d’un potere labile ed infelice.
Riluce a fior dell’onda quel respiro
che s’affondò brandendo l’asse dura,
adesso, prima che dentro a un rituale
l’intero corpo s’abbandoni al sale,
abbondino sul farsi della sera
parole addosso – poi scuse in sequela.
Mediterraneo
Pare che dal Mediterraneo sgorghi
quel rivo velenoso predicato
dall’ultimo rosario sul sagrato
delle chiesette negli antichi borghi.
Noi c’eravamo a allontanare il calice
perché non si imbevesse del suo sangue;
del suo sudore di carogna esangue
le mani e le preghiere erano fradice.
E dicevamo in coro Fac me cruce
custodiri – issavamo il monumento –
ma sulla sua pelle grani di sale
brillavano e fendevano la luce:
la croce sprofondata nel cemento
ormai cedeva la spoglia al fondale.
Disarmo
La lingua povera e impotente
cede al battere del tamburo:
come abbiamo potuto permettere
alla parola di metterci al muro?
Sentitevi pure di annettere
il senso al non senso: è il futuro
scritto in equivoche lettere
in testa al siluro.
Se fosse concesso nascondere,
tenere dei verbi al risparmio
perché non si possan dissolvere
…e dare una voce al disarmo!
Diritti e doveri
Se ti diranno che non è potere,
ma equilibrio naturale e prescritto,
tu rispondigli che non è un dovere
dovere a chi decide il tuo diritto.
bellissima l’idea di pubblicare fotografie solo di gatti!
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Bellissime poesie,colpiscono le emozioni e le sensazioni.
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